Nella tradizione gli yogi collegavano in modo simbolico le diverse parti del corpo ai punti cardinali, con la testa che rappresenta il Nord, le piante dei piedi il Sud, la parte anteriore del corpo l’Est e la parte posteriore l’Ovest.
Ecco quindi che il termine uttana, intenso allungamento, riunisce varie asana, ognuna delle quali va ad estendere una particolare fascia del corpo.
In particolare racconterò in questo breve articolo le quattro asana che maggiormente stiamo conoscendo e approfondendo durante le classi, iniziando da uttanasana, una posizione che non dovrebbe mai a mancare nella pratica.
Uttanasana è la “posizione di intenso allungamento” che si svolge in piedi. Distende tutta laparte posteriore del corpo, in particolare le gambe e la parte bassa della schiena, massaggia gli organi interni e aiuta a disintossicare fegato, milza e reni. Aaccresce la flessibilità della parte alta della schiena e la distensione dei muscoli delle cosce. Favorisce l’afflusso del sangue verso la testa. É una posizione di radicamento alla terra,eccellente per stimolare Muladhara, il primo chakra. Come tutte le asana di allungamento in avanti, che quindi in qualche modo “raccolgono”, calma il sistema nervoso e porta all’introspezione.
Paschima significa “Ovest”, che unito ad uttana diventa Paschimottanasana, posizione dell’allungamento dell’Ovest o della schiena. Aumenta la flessibilità delle anche e della colonna vertebrale, alleviando la lordosi e la lombalgia, tonifica e massaggia la zona pelvica e addominale, migliora le funzioni digestive. Riduce la dispepsia, la costipazione e i sintomi della gastrite e, proprio come uttanasana, rilassa il sistema nervoso permettendo il raccoglimento in sè stessi. Anche questa posizione stimola il primo chakra.
In Purvottanasana troviamo invece il sostantivo purva, che in sanscrito significa “est” e quindi possiamo tradurre con “posizione dell’intenso stiramento della parte anteriore del corpo”. É un’asana a me molto cara e che stiamo imparando ad eseguire con consapevolezza in questo periodo. Allunga tutti i muscoli della parte anteriore del corpo, fortifica i muscoli della schiena, delle braccia, dei polsi e delle gambe, rafforza le articolazioni delle spalle, del torace e delle caviglie. Apre inoltre la cassa toracica e distende i polmoni e, essendo una posizione di apertura, stimola il sistema nervoso. Sempre per questo motivo, purvottanasana attiva Manipura, il terzo chakra. Durante l’esecuzione dell’asana si può facilmente avvertire un’espansione e attivazione dell’energia a livello di coraggio, forza di volontà, determinazione.
Parsvottanasana è invece composto dal sostantivo parsva, lato, che quindi intende la posizione dell’intenso allungamento laterale. Promuove l’allungamento della muscolatura della schiena, delle spalle, dei fianchi e dei polpacci, distende le articolazioni intervertebrali, rinforza la muscolatura delle gambe. Stimola la circolazione e le funzioni degli organi addominali, migliorando la digestione. Aiuta ad incrementare la muscolatura della pianta dei piedi, utile per chi soffre di piedi piatti ma anche di piedi cavi e in generale, grazie all’equilibrio richiesto, migliora la postura e il senso di stabilità. Quando si estende la spina dorsale e si aprono le spalle si può sentire un senso di libertà nella parte alta del corpo, che viene stabilizzata dall’equilibrio richiesto dai piedi e dalla forza delle gambe. Sperimentandotale posizione, quindi, è possibile percepire questa dualità. A livello sottile parsvottanasana attiva Anahata, il quarto chakra. Durante l’esecuzione dell’asana si può avvertire un’espansione e attivazione dell’energia a livello di capacità di amare, gioia, fiducia.