तत्र धौतिः
छतुर-अङ्गुल-विस्तारं हस्त-पञ्छ-दशायतम |
गुरूपदिष्ह्ट-मार्गेण सिक्तं वस्त्रं शनैर्ग्रसेत |
पुनः परत्याहरेछ्छैतदुदितं धौति-कर्म तत || २४ ||
tatra dhautiḥ
chaturangghulavistāraṃ hastapañchadaśāyatam |
ghurūpadiṣhṭamārgheṇa siktaṃ vastraṃ śanairghraset |
punaḥ pratyāharechchaitaduditaṃ dhautikarma tat || 24 ||
Un pezzo di stoffa, larga quattro dita e della lunghezza di 5 volte il palmo della mano, viene umidificato e lentamente ingerito per poi venire estratto molto lentamente, come insegnato dal Guru. Questa tecnica è conosciuta come Dhauti.
Dhautīh è il primo shatkarma segnato nell’Hatha Yoga Pradipika e probabilmente uno fra quelli che più possono intimorire.
La tecnica infatti è abbastanza complessa, sebbene non impossibile. A livello fisico, si tratta di una pulizia della gola e dell’esofago. A livello più sottile, questo shatkarma stimola i muscoli che vengono maggiormente sollecitati durante il pranayama.
In pratica, si ingerisce una striscia di garza umida, accompagnando l’introduzione con varie sorsate d’acqua e masticando la garza lentamente, come fosse cibo, inghiottendola poco alla volta fino a che non raggiungerà lo sterno, proprio fino al processo xifoideo. La parte finale della garza verrà tenuta coi denti, poiché dopo, sempre lentamente e con molta delicatezza, la si estrarrà dalla bocca.
È consigliato eseguire le prime volte questa tecnica con un maestro che ci assista, poiché non possiamo mai sapere che tipo di sensazioni o reazioni ne deriveranno!
A cosa serve ce lo rivela il sutra successivo:
कास-शवास-पलीह-कुष्ह्ठं कफरोगाश्छ विंशतिः |
धौति-कर्म-परभावेण परयान्त्येव न संशयः || २५ ||
kāsa-śvāsa-plīha-kuṣhṭhaṃ kapharoghāścha viṃśatiḥ |
dhauti-karma-prabhāveṇa prayāntyeva na saṃśayaḥ || 25 ||
non c‘è dubbio che tosse, asma, malattie della milza, anche lebbra e altri venti tipi di malattie causate da un eccesso di muco vengono distrutte attraverso gli effetti di Dhautīh Karma.
È abbastanza improbabile che si riesca subito ad ingerire la garza fino ad arrivare allo sterno. Il mio consiglio è provare ogni giorno, fino a che il corpo non si sarà abituato. Il mio insegnante ci ha dato come “trucco” quello di stendere un po’ di miele sul pezzo di stoffa, per renderlo più pesante e farlo scendere più facilmente. A me ha aiutato molto.
Quando riusciamo ad ingerire completamente la garza, cerchiamo di restare un po’ in ascolto, respirando profondamente e cercando di seguire l’allineamento della schiena, per sentire cosa succede nel corpo e quali muscoli vengono stimolati.
Due nota a margine: Hast in sanscrito significa “la lunghezza che va dal gomito fino alla punta delle dita”. La lunghezza della garza dipenderà quindi dal singolo yogi, che taglierà la garza di conseguenza.
Esiste poi una variante a questa tecnica, spesso chiamata vastra dhautih, dove il pezzo di garza è molto più lungo e raggiunge lo stomaco. Stranamente, è una variazione che ha preso molto piede e viene aimé spesso confusa con dhautīh. Ma questa seconda tecnica non è uno shatkarma.