Nello Hatha Yoga Pradipika sono menzionati 3 bandha: Mula Bandha, Uddiyana Bandha e Jalandhara Bandha.
I bandha sono delle contrazioni muscolari che hanno lo scopo di convogliare l’energia in un punto preciso del corpo per evitare che avvengano dispersioni.
Degli altri due bandha parlerò successivamente, mentre in questo articolo ci addentreremo nello specifico nel primo, il Mula Bandha.
Mula in sanscrito significa radice, fonte, origine, ma anche causa, base o fondamenta. Questo bandha interessa i muscoli della regione inferiore dell’addome, cioè dall’ano al perineo. Il movimento di contrazione di questi muscoli deve essere direzionato all’interno, cioè verso la colonna vertebrale e verso l’alto, in direzione del nostro ombelico. Questa è anche l’area dove viene collocato il primo Chakra, il Muladhara (Mula= radice, fonte – adhara = sostegno o parte vitale).
Per aiutare i suoi studenti a trovare il Mula Bandha, Richard Freeman, uno dei più famosi insegnanti di Ashtanga Yoga, dà questo suggerimento: «Se espiri in profondità e molto lentamente, noterai che al termine dell’espirazione i muscoli del pavimento pelvico sono allenati naturalmente a espellere anche l’ultima particella di aria. È in questo punto che devi cercare Mula Bandha. È molto complesso ma, al tempo stesso, molto semplice».
Attraverso questa tecnica agiamo direttamente sul plesso pelvico stimolando in questo modo il sistema parasimpatico pelvico che ha come funzione quella di allentare spasmi o blocchi presenti, molto spesso, nel basso dell’addome. Il concetto chiave è mantenere la contrazione imparando al contempo a rilassare la zona.
I benefici fisici che questa tecnica apporta sono quasi infiniti: favorisce la stabilità; permette un movimento più corretto e naturale degli arti; evita di comprimere la spina dorsale quando si esegue una flessione all’indietro; crea più spazio sotto l’addome, con vantaggi per le torsioni.
«Praticando Mula Bandha – spiega Freeman – si può sviluppare la consapevolezza precisa dell’asse centrale del corpo. Si può imparare a eseguire i movimenti dalla parte inferiore dell’addome, in modo da sentire il pavimento pelvico e utilizzarlo per facilitare l’allineamento del corpo. Questa tecnica, inoltre, permette di integrare i movimenti nell’esecuzione degli asana e offre una sensazione di grande benessere. Si diventa più vivaci, più intuitivi, più sensibili e più abili a esprimere le sensazioni con ogni parte del corpo attraverso il movimento».
Ma attenzione: per gli occidentali, che hanno una vita spesso molto stressante, la pratica errata di Mula Bandha può avere un impatto più negativo che positivo. Infatti, nella nostra vita frenetica, la zona pelvica è già abbastanza sottoposta a tensioni causate da troppo lavoro, sentimenti di fallimento e delusione che molto spesso proviamo. Il risultato è che enfatizziamo fin troppo la contrazione della zona pelvica, senza però sapere come rilassarla al contempo.Per capire se arreca vantaggi anziché svantaggi, la prima indicazione è sempre fidarsi delle proprie sensazioni. Se il bandha viene eseguito correttamente, si dovrebbe sentire una grande vitalità e una sensibilità più sviluppata, nonché una postura più salda e un rilassamento della schiena. Se l’esercizio non produce questi effetti positivi, allora è meglio non eseguirlo per un po’ e riprovarlo in un altro momento valutandone nuovamente gli effetti.