Quest’estate ho letto il mio terzo libro di Carlos Castaneda, “Il dono dell’Acquila”.
Florinda mi riferì che il benefattore le aveva ordinato di scrivere un elenco di avvenimenti da rivivere. Le aveva detto che la procedura si avvia con un respiro iniziale. I cacciatori cominciano col mento sulla spalla destra, inalando lentamente mentre ruotano il capo per un arco di centottanta gradi. Il respiro termina sulla spalla sinistra. Finito di inalare la testa torna in posizione rilassata. Esalano guardando dritto davanti a sé.
Poi il cacciatore prende il primo avvenimento della lista e ci si sofferma finché non ha ricordato ogni sensazione ad esso collegata. Mentre i cacciatori ricordano le sensazioni connesse a tutto quel che è oggetto di ricapitolazione, inalano adagio, ruotando la testa dalla spalla destra alla sinistra. Questa respirazione ha il compito di ridare energia. Florinda affermava che il corpo luminoso crea in continuazione filamenti simili a ragnatele che sono proiettati fuori dalla massa luminosa, spinti da svariate emozioni. Di conseguenza ogni interazione oppure qualsiasi altra situazione che coinvolga i sentimenti, depaupera potenzialmente il corpo luminoso. I cacciatori, respirando da destra a sinistra, mentre ricordano una sensazione, con la magia del respiro raccolgono i filamenti che si sono lasciati dietro. Il respiro che viene subito dopo, va da sinistra a destra ed è un’esalazione; con questo i cacciatori espellono i filamenti lasciati loro da altri corpi luminosi coinvolti in quel che si sta ricordando…
Carlos Castaneda, Il Dono dell’Aquila