Da lettere dal bosco, lo scoiattolo e i pensieri

Lettere dal bosco, edizione originale in olandese

Ho già scritto su Lettere dal bosco di Toon Tellegen, ma chi mi conosce sa che quando qualcosa mi prende proprio a cuore divento ripetitiva. E questo libro è veramente un inno alla sensibilità, all’educazione nel suo senso più profondo e bello del “tirar fuori ciò che sta dentro”. Una delle sue bellezze è anche il fatto che le storie non abbiano titoli e non ci sia nessun tipo di indice, quindi quando trovi una storia che ti piace particolarmente è un lavoro di memoria ricordarsi a che pagina è e se non la ritrovi, va bene così, c’est la vie. Un giorno magari, in un altro momento, la ritroverai e sarà tutto cambiato. 

Ieri leggevamo a Vera e per caso abbiamo scoperto questa storia che ho riscritto integra qui sotto. Non voglio lasciare alcun commento perché sarebbe riduttivo e la bellezza va assaporata così com’è, ognuno poi ne estrae ciò che è giusto per sé. Buona lettura!

Lo scoiattolo si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Aveva sognato? Non si ricordava alcun sogno, ma era spaventato. Tremava, ma non aveva freddo, e avvertiva delle gocce di sudore gelato sulla fronte e sul collo.

Cercò di rimanere il più immobile possibile e di ascoltare i rumori che venivano da fuori. Forse qualcuno aveva bussato, o forse qualcuno aveva lanciato un grido di lontano. Ma non sentiva nulla. Si sdraiò di nuovo, ma non riuscì più a dormire. Gli vennero in mente mille pensieri. Come si deve fare questo, e perché quest’altro, e cosa accadrà dopo? Erano domande alle quali non sapeva dare risposta, soprattutto l’ultima, che continuava a passargli per la testa: cosa accadrà dopo?

Non riusciva a immaginare cosa mai potesse somigliare a una risposta a quella domanda. Cos’è il dopo?, pensava. Ne aveva parlato una volta alla formica, ma lei aveva alzato le spalle e aveva detto di non aver mai sentito parlare del dopo e che perciò non doveva essere niente. Ma allo scoiattolo questo non bastava. La gazza gli aveva detto una volta che dopo era il contrario di prima, ma allora che cos’era il prima?

Era una notte buia. Lo scoiattolo aprì la finestra per annusare l’aria oscura e magari vedere qua e là una stella fra le nuvole.

Io esisto solo adesso, pensò, davanti alla finestra, nella notte sotto il cielo. Forse la formica ha ragione, pensò ancora, e il dopo non è niente. Ma cos’è il contrario di niente: qualcosa o niente? Il prima esisteva o no? E poi perché lui non riusciva a dormire, mentre a quanto pareva tutti gli altri sì?

Tirò un profondo sospiro e con l’aria soffiò via anche una foglia del faggio. Udì il fruscio che si perdeva in lontananza. 

Io esisto solo adesso, pensò di nuovo. Nono sono mai esistito dopo e non esisterò mai prima. E mentre non riusciva più a seguire i suoi pensieri, che erano sempre più saggi di lui, si sentì rasserenato. Tornò a letto, si infilò sotto le coperte, disse : “Adesso o mai più”, e nello stesso istante si addormentò.