A casa abbiamo un libro bellissimo, un omaggio a Gianni Rodari per il centenario della sua nascita, avvenuto nel 2020. A Vera piace tantissimo e ogni singola storia è una perla.
Sarà la stagione, sarà che oggi mi è tornata in mente, ho deciso di condividere, con chi ancora non la conoscesse o con chi non la ricordava, la storia de Il Sole e la Nuvola. I commenti sono inutili, le parole di Rodari dicono già tutto. Buona lettura!
Il sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava: “Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono”.
Nelle vigne ogni acino d’uva che maturava sui tralci rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c’era filo d’erba, o ragno, o fiore, o goccia d’acqua, che non si prendesse la sua parte.
“Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare”.
Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.
Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e, guarda un po’, non gliene mancava nemmeno uno. La nuvola per la sorpresa, si sciolse in grandine.
Il sole si tuffò allora allegramente nel mare.