Utkatasana è una posizione in “crisi d’identità”. Infatti le viene spessissimo attribuita come traduzione “posizione della sedia”. Questo nome però non le rende a pieno giustizia, considerando che utkata letteralmente significa potente, orgoglioso, fiero, superiore, ma anche alto, immenso, difficile.
Eppure, partendo proprio dalla sedia, possiamo ricollegarci al mito che sta dietro questa postura.
Storicamente, si sa, le sedie in India non erano molto usate. La maggior parte della gente sedeva per terra, mentre i reali sedevano su troni che li sollevavano dal livello comune e gli donavano maggiore visibilità.
Il Ramayana, la saga dell’esilio e delle avventure di Rama è, in un certo senso,una storia che ruota intorno a varie sedie o troni, come si preferisce chiamarle.
Non mi dilungherò a fare un sunto del lunghissimo poema, del quale scriverò nuovamente presto. Per oggi mi focalizzerò sull’incontro di Hanuman col re Ravana. Hanuman è un vanara, spirito dall’aspetto di scimmia, importantissima figura che aiuta Rama, avatar di Viṣṇu, a liberare la sua consorte Sita dal re Ravana.
Ravana, sempre più furioso, ordina di uccidere Hanuman, ma gli viene ricordato che i messaggeri non possono mai essere condannati a morte, poiché sarebbe contro le regole della condotta reale. Il re può però punire Hanuman per la sua sfrontatezza e così ordina che questi venga esposto in strada con la lunga coda messa al fuoco. Ma il nostro eroe ha vari poteri, fra cui quello dell’immunità dal fuoco e così rimane illeso, salva Sita e mette a fuoco la città di Lanka saltando da un tetto all’altro con la sua coda infuocata.
L’incontro fra Hanuman e Ravana è illustrato attraverso Utkatasana ed è con questo spirito di imponenza che dobbiamo immaginarla e sentirla quando la eseguiamo.