Questo essere umano è un piccolo albergo

Nella scorsa lezione di yin yoga ho letto queste righe di Rumi, che mi hanno colpito molto e non hanno bisogno di alcun commento.

ve le lascio quindi per assaporarle al meglio e chissà che non possano ispirarvi durante la meditazione. Buona lettura!

Questo essere umano è un piccolo albergo.

Ogni giorno un nuovo arrivo.

Una gioia, una depressione, una meschinità,

qualche momentanea consapevolezza giunge

come un visitatore inaspettato.

Dà il benvenuto e intrattienili tutti!

Anche se essi sono una folla di dispiaceri

che spazzano via la tua casa

e la svuotano dei suoi arredi,

ciononostante, onora ogni ospite.

Egli ti può svuotare

e creare spazio

per qualche nuova delizia.

Il pensiero cupo, la vergogna, la malizia

incontrali alla porta ridendo

ed invitali ad entrare.

Sii grato verso chiunque arrivi,

perché ognuno è stato inviato

come una guida dall’aldilà.

Om Asatoma Mantra

Om Asatoma è uno dei mantra più conosciuti e, per me, uno dei più belli in assoluto.

Ecco qui il testo e il suo significato:

 असतो मा सद्गमय ।
तमसो मा ज्योतिर्गमय ।
मृत्योर्मा अमृतं गमय ।
 शान्तिः शान्तिः शान्तिः ॥
Om Asato Maa Sad-Gamaya |

Tamaso Maa Jyotir-Gamaya |
Mrtyor-Maa Amrtam Gamaya |
Om Shaantih Shaantih Shaantih ||

Om Asato Maa Sad-Gamaya, – Dall’irreale conducimi alla realtà vera (asat irrealtà – sat verità)

Tamaso Maa Jyotir-Gamaya – dalle tenebre alla luce (tam, pesante, tenebroso – jotyr luce)

Mrtyor-Maa Amrtam Gamaya – dalla morte all’immortalità – (amrita, acqua della vita eterna)

Ramana Maharshi

Questo mantra ci spinge a effettuare quel grande salto per portarci dalle tenebre alla luce, dissolvendo il velo di maya, l’illusione.
In tre semplici versi abbiamo una preghiera potente che ci può aiutare nel nostro viaggio di conoscenza del sè, un mantra recitato da tantissime persone in tutto il mondo e che quindi ha concentrata in sè un’energia speciale.

Buona preghiera!

Sappi che la vera conoscenza non crea qualcosa di nuovo, ma semplicemente rimuove l’ignoranza. La beatitudine non viene aggiunta alla tua natura, ma si rivela come il tuo vero stato naturale, eterno e imperituro. … L’oblio della nostra vera natura è la vera morte, il suo ricordo è la vera nascita.” (Ramana Maharshi)

Mandibola e pavimento pelvico: “l’intima connessione” che non conoscevi!

Chi mi conosce sa che a lezione ripeto molto spesso di rilassare l’interno della bocca, poiché rilassando questa riusciamo a rilassare meglio anche il perineo. Oggi vi lascio con un articolo della fisioterapista e osteopata Alessia Sapei, che spiega dettagliatamente la connessione tra mandibola e pavimento pelvico. Se foste curiosi di leggere altri sui articoli, sotto trovate i riferimenti al suo sito web. Buona lettura!

Bocca e perineo condividono la stessa origine embrionale poiché entrambi derivano dallo stesso foglietto cellulare il quale poi, durante lo sviluppo, origina entità distinte ma profondamente ed intimamente connesse nell’individuo adulto.

Anche i movimenti della mandibola e del coccige pertanto risultano in connessione attraverso la catena retta anteriore (CRA) costituita da muscoli e ossa che lavorano in sinergia e sono coinvolti in diversi schemi motori come ad esempio i movimenti di flessione ed estensione.
L’osso ioide (che si trova alla radice della lingua), la mascella inferiore, lo sterno, il pube e il sacro insieme ai muscoli retti dell’addome ed ai muscoli perineali costituiscono la CRA; anche il piano profondo del perineo, chiamato diaframma pelvico, si trova in relazione con il diaframma respiratorio attraverso il peritoneo, quindi i due diaframmi possono contrarsi e rilassarsi influenzandosi l’un l’altro.

Sia la CRA che i diaframmi pelvico e diaframmatico sono collegati al sistema neurovegetativo che agisce a livello involontario e viscerale. Infatti, molti movimenti di queste parti del corpo non sono coscienti, ma strettamente legati alle nostre emozioni: la paura e lo stress ad esempio possono serrare la mandibola e, conseguentemente anche se inconsciamente, generare anche la contrazione dei muscoli del perineo. Al contrario se ridiamo, cantiamo o vocalizziamo, rilassando la mandibola, i nostri muscoli pelvici si rilassano. Mandibola e coccige si muovono sempre in sintonia nella stessa direzione: se muoviamo la mandibola in avanti, il coccige si muove in avanti, viceversa, se porto la mandibola indietro, il coccige andrà indietro.

La postura della mandibola e del coccige influenza in maniera determinante quella del bacino e quindi di conseguenza quella della spina dorsale ed è per questo che alcune disfunzioni masticatorie trascurate possono, a lungo andare, compromettere il benessere del pavimento pelvico e del bacino.
L’ipertono muscolo-perineale è una condizione patologica in cui la muscolatura del pavimento pelvico è costantemente contratta fino a sviluppare contratture muscolari o retrazioni muscolari. In questi casi ad esempio, si osserverà una tendenza a serrare la mandibola, a digrignare i denti, a contrarre la muscolatura facciale e ad irrigidire la lingua all’interno del palato accompagnata da una postura rigida con iper-estensione del capo e contrattura a livello scapolare.

Ora è facile comprendere quindi come, un blocco anche solo in uno di questi distretti, si riverberi sull’intera catena generando disturbi localizzati lontano dalla zona di origine; ciò che non è facile comprendere invece, è dove il blocco abbia inizio e quali concause lo abbiano scatenato, proprio perché spesso, nonostante una buona consapevolezza corporea, i meccanismi agiscono a livello inconscio.

L’osservazione attenta da parte dell’osteopata deve avvenire al primo approccio con la paziente: la postura, il viso e l’espressione, permettono di individuare possibili disagi pelvici ancor prima di procedere con la valutazione ed il trattamento della zona pelvica. Il trattamento osteopatico sarà mirato all’individuazione delle problematiche coinvolte e potrà essere multidisciplinare coinvolgendo anche altri professionisti in modo da affrontare il disturbo in maniera integrata. Potranno essere consigliate alcune discipline corporee e di respirazione che indirettamente portano benefici al pavimento pelvico agendo sui distretti collegati al perineo.

Il corpo reagisce sempre in modo globale ed olistico ed per questo che senza comprendere il “tutto” non è possibile curare una singola “parte”.

Alessia Sapei, osteopata e fisioterapista

Clicca qui per il sito web della dottoressa Sapei

Elogio della lentezza

Al giorno d’oggi si è radicata la convinzione di dovere svolgere molte attività contemporaneamente per essere davvero produttivi e possibilmente in maniera veloce, per riuscire a fare tutto ciò che si deve fare. La nostra mente però non è multitasking e ce lo sta dimostrando: la nostra soglia di attenzione sta calando notevolmente a causa degli smartphone e i vari device che rendono la nostra vita più “comoda”.

Ultimamente si parla dello switch cost, il costo dello spostamento dell’attenzione: se controllo un messaggio mentre sto lavorando, non perdo solo il tempo per leggere il messaggio, ma anche il tempo di cui il cervello ha bisogno per tornare a concentrarsi. Secondo gli studiosi, il fatto di essere “inondati” di messaggi e notifiche ha come conseguenza quella di diminuire i livelli di attenzione anche oltre il 20% e di creare un costante stato di “ansia” che non permette di lavorare bene. 

Il corpo infatti rilascia i cosiddetti “ormoni dello stress”, gli stessi che un tempo servivano per mantenere l’attenzione vigile e che permettevano all’uomo di fuggire in caso di attacco o di lanciarsi all’inseguimento di una preda. Ma nella nostra società non esiste alcuna legge della giungla: a quell’istinto si è sostituito quello di controllare ossessivamente le notifiche.

Vari studi confermano che, per tornare alla piena funzionalità e concentrazione sul compito abbandonato occorrono dai 15 ai 25 minuti. Quindi, quando noi pensiamo di ottimizzare i tempi svolgendo velocemente una attività dopo l’altra o addirittura insieme, più che mettere a frutto, sfruttiamo. E sfruttare alla lunga non paga mai. Se ne stanno accorgendo anche le aziende: negli Stati Uniti, dove sono state condotte apposite ricerche, si stima che ogni anno le aziende perdano 28 miliardi di ore-uomo a causa dello switch cost.

Per fare bene le cose dobbiamo farne una alla volta prendendoci il giusto tempo e possibilmente con delle pause fra l’una e l’altra.

La lentezza è una qualità sofisticata, che il cervello ha conquistato nel tempo e che ci regala il piacere della contemplazione, il linguaggio e tutte le facoltà artistiche. La caratteristica comune di queste azioni di pensiero è che presuppongono una presa di coscienza

Uno dei miei scatti preferiti di sempre: un bambino incantato ad osservare il paesaggio sul treno in India

Una volta, chiedendo a delle mie allieve cosa le attirava della meditazione, una di loro mi ha dato una risposta bellissima: la capacità di incantarsi come quando era bambina. I bambini, nella loro spontaneità e nella loro ignoranza del concetto di tempo, sono ancora una volta nostri maestri: imparare a stare ai loro tempi è tanto difficile quanto emozionante e ci possono aiutare a vedere il mondo da un’angolazione più naturale, vera, spontanea. 

Buona lentezza a tutti!

La parola a Buddha

Una volta il Buddha stava camminando da una città ad un’altra con un alcuni dei suoi discepoli. Mentre erano in viaggio, raggiunsero un lago. Si fermarono lì e il Buddha disse ad un suo discepolo “sono assetato; potresti darmi un po’ d’acqua di questo lago?”

Il discepolo camminò lungo il fiume ma quando si avvicinò si accorse che proprio in quel momento un carretto trainato da un bue stava attraversando il lago. Come risultato, l’acqua era diventata molto torbida e fangosa. Il discepolo pensò “come posso dare quest’acqua torbida da bere a Buddha?”

Quindi tornò indietro e gli disse “l’acqua è molto torbida non penso sia il caso di berla”.  Dopo circa mezz’ora, Buddha chiese ancora allo stesso discepolo di tornare al lago e prendergli un po’ d’acqua da bere. Il discepolo obbedì e tornò al lago.

Anche questa volta trovò l’acqua fangosa, tornò indietro e lo informò della cosa. Dopo un po’ di tempo, Buddha chiese di nuovo allo stesso discepolo di tornare al lago. Il discepolo trovò il lago pulito e l’acqua estremamente limpida e pura. Il fango era sceso sul fondo e l’acqua in superficie sembrava perfetta per essere bevuta.

Così raccolse un po’ di acqua in un recipiente e la portò al Buddha. Egli guardò l’acqua e poi rivolgendosi al discepolo gli disse: “Guarda cos’ha reso l’acqua pulita: hai lasciato fare, e il fango si è depositato da solo sul fondo e tu hai potuto prendere l’acqua pura. Anche la tua mente è come questo lago. Quando è disturbata lascia stare, dalle un po’ di tempo e si calmerà da sola. Non devi sforzarti per calmarla, accadrà senza sforzo. Lascia che la mente sia come il lago che riflette tutte le nuvole che passano sopra di esso senza nessun attaccamento a queste”.

La scoperta dell’acqua calda

Scoprire l’acqua calda è una frase che si usa tipicamente per denigrare una scoperta, un’intuizione. Eppure, come spesso dico (e ne sono sempre più certa), sono le piccole rivoluzioni che fanno la vera differenza.
L’acqua calda non dovrebbe essere solo apprezzata quando facciamo un bagno ma dovrebbe diventare un’abitudine alimentare. La “tisana trasparente” infatti ha mille virtù.

Partiamo però dall’inizio: cosa si intende per acqua calda? Possiamo dire che è un’acqua che si trova per lo meno ad una temperatura intorno ai 37 gradi o più, in modo che sia calda almeno quanto il nostro corpo. Di conseguenza, l’acqua a temperatura ambiente non è un’acqua calda.

Ma perché bere acqua calda? Quando beviamo acqua fredda andiamo a creare quella che la medicina cinese chiama una stasi nel corpo. Il freddo infatti blocca, chiude, rallenta e nel lungo tempo tende a “raffreddare” la nostra energia, riducendo la nostra capacità di estrarre l’essenza dai cibi.
Quando invece beviamo acqua calda, andiamo a mobilizzare, a creare dinamicità, sostenendo quindi anche la digestione e il trasporto del cibo in tutto il corpo.

Immaginatevi quindi quale aiuto possa essere bere acqua tiepida o calda appena svegliati: una specie di booster per il corpo, per attivare l’organismo e la mobilità intestinale. Aggiungeteci uddiyana bandha (o nauli sa si sa fare) subito dopo e il risveglio diventa fantastico 😉

Ma bere acqua calda non dovrebbe diventare un’abitudine solo mattutina. Un po’ di acqua calda, tisana o una tazzina di brodo poco prima dei pasti ci aiuta a stimolare lo stomaco e preparalo ad accogliere il cibo. Anche la sera, momento yin per eccellenza, bere una tisana o comunque acqua calda è decisamente consigliabile. Durante i pasti invece, non si dovrebbe mai bere, neanche acqua calda, perché andiamo ad inzuppare i succhi gestrici e rendiamo molto più difficile la digestione. Bisognerebbe aspettare almeno un’oretta se non un’ora e mezza prima di bere dopo un pasto.

Ma come si può fare per avere sempre con sè dell’acqua calda? Semplicemente, invece della bottiglia d’acqua si prende un thermos, così oltretutto si può regolare la temperatura come più piace e eventualmente, se si preferisce, ci si può anche portare dietro una tisana.

Sembra tutto difficile? Vi assicuro che non è così, è una questione come sempre di abitudine e se proverete per qualche giorno di fila, sono sicura che noterete molto presto gli effetti benefici.
Le mie figlie sono un grande esempio: visto che io e il mio compagno beviamo quasi solamente acqua calda, anche loro sono sempre state abituate a berla, soprattutto la mattina. A volte chiedono comunque l’acqua fresca, che a casa nostra vuol dire a temperatura ambiente, ma spesso e volentieri sono proprio loro che richiedono la “tisana trasparente”, perché sentono che fa meglio alla loro pancia.

Ovviamente, il detto “in medio stat virtus” resta sempre quello più saggio: non dobbiamo diventare rigidi neanche su questa abitudine. È ovvio che d’estate possa venire maggiore voglia di bere acqua fresca ad esempio. Come sempre, bisogna imparare ad ascoltarsi. Ma prendere questa abitudine, posso assicurare, porterà innumerevoli benefici nella vostra vita quotidiana.

Buona acqua calda a tutti!

Sui bambini e sulle abitudini

Lunedì scorso Vera ha seguito tutta la lezione di yang yoga insieme alle mie fantastiche allieve, che la aiutavano a destreggiarsi fra destra e sinistra. Ha seguito tutto, dalla centratura iniziale fino allo shavasana, dal quale non si è più rialzata, caduta in un sonno profondo. Intanto Lua giocava di fianco a me parlando alle lampade e alla campana tibetana, con una voce bassa che non disturbava.

Questa mattina, svegliatesi prima del solito, quando io stavo per accingermi a meditare, ho proposto loro o di meditare insieme o di disegnare mentre io stavo in silenzio ad ascoltare il respiro. Hanno deciso di meditare e siamo state ben 11 minuti in silenzio, poi Lua ha detto con calma “adesso basta” e siamo andate a fare colazione.

Ricordo quando, ancora incinta di Vera, qualcuno mi diceva “ma ora come farai a insegnare in casa, è impossibile con dei bambini piccoli”.

I bambini saranno piccoli di statura, ma hanno un’apertura che noi ci sogniamo e l’abitudine è una grande maestra. Abituiamo i bambini al silenzio, e loro lo ricercheranno. Abituiamoli ai momenti di pausa, senza proporgli una attività dopo l’altra, e loro impareranno ad apprezzare i momenti morti e coltivare la pazienza. Trattiamoli come esseri umani speciali ricchi di risorse, senza pregiudizi, e loro fioriranno.

ps: chi vede Vera nella foto?! 🙂

Perché c’è tanta incomprensione nel mondo?

In questo periodo di grande crisi, dove esprimere la propria opinione diventa rischioso, in certi paesi maggiormente ma per vari aspetti anche nel nostro, credo che la risposta che dà Osho a questa domanda sia un aiuto per ricordarci dove guardare quando tutto sembra instabile. 
Eccovi quindi la sua risposta, secca, chiara e resistente al tempo che passa. 
 
“Perché gli uomini sono inconsapevoli. Perché gli uomini sono profondamente addormentati. Perché gli uomini sono dei robot. La comunicazione è impossibile: tu dici una cosa, e ne viene capita un’altra. Non c’è modo di comunicare. Si può comunicare solo in amore, attraverso il silenzio. Ma nessuno sa come essere in amore, e nessuno sa come essere in silenzio.
Solo nell’amore e nel silenzio la comunicazione è possibile. Ma noi non amiamo e non siamo in silenzio. Siamo talmente colmi di conoscenza… ecco perché la comunicazione è impossibile. Il linguaggio è una delle ragioni per cui c’è tanta incomprensione nel mondo. Tra gli animali, gli alberi, gli uccelli non c’è incomprensione, perché il linguaggio non esiste. Sono fortunati, non sanno nulla del linguaggio, quindi comunicano in amore, in silenzio. E questa ottusità è una benedizione per loro. L’uomo è l’unico animale che sa parlare. E proprio questo fenomeno è un problema”.
da“Il canto della meditazione”, pag. 110, ed. Oscar Mondadori 

Saturno contro? Ma sì dai

Saturno è un pianeta spesso frainteso, che nella mitologia popolare “porta sempre male” ed “è meglio non averci a che fare”: limiti, frustrazioni, delusioni e ostacoli sono gli aspetti che vengono attribuiti al Grande Maestro, e non a torto. Eppure, come sempre nella vita, sono le sofferenze, le paure, i limiti imposti che ci danno la forza per crescere e migliorarci. E soprattutto, secondo l’astrologia karmica siamo proprio noi che abbiamo scelto di nascere in quel dato giorno e orario per ricevere certe energie. Quando siamo anime pure, sappiamo cosa è meglio per noi, il difficile è ricordarselo quando siamo sulla terra.

Saturno può essere un ostacolo, questo non si può negare. Chi ha il nodo sud congiunto a Saturno spesso parte con qualche svantaggio, anche fisico a volte. Ma bisogna saper leggere questo svantaggio come una nostra risorsa alla quale attingere. Ed ecco che allora Saturno, il Vecchio Sapiente, usa la sofferenza come un messaggio per rivelarci quegli aspetti di noi stessi che hanno bisogno di attenzione e sviluppo. Rifuggire da questa sfera aumenterà solamente il nostro malessere invece di diminuirlo, mentre ascoltando ciò che Saturno cerca di insegnarci o dimostrarci trasformeremo gradualmente il nostro senso di inadeguatezza in una crescente sensazione di compiutezza, solidità e merito personale.

Saturno infatti premia, ma solo dopo aver visto il lavoro, la pazienza, la costanza, l’autocontrollo.

Detto questo, Saturno non è sempre così severo in un tema natale. Congiunzioni al nodo sud, retrogradazioni del pianeta, aspetti dissonanti sicuramente ci indicano un terreno di conflitto, che sarà poi compito dell’astrologo valutare e spiegare in base al singolo tema natale. Ma a volte Saturno può essere armonico, ad esempio se in congiunzione col nodo nord, che ci indica anzi un grande lavoro compiuto in vite passate sugli aspetti di perseveranza, attenzione, impegno.

Ma quindi, Saturno può essere contro? Dipende! Il più grande problema dell’astrologia ai giorni nostri è che ci sono migliaia di siti e migliaia di astrologi che preferiscono generalizzare invece che basarsi sul singolo individuo. Se c’è una cosa della quale bisogna diffidare, sono quindi le persone che dicono “Saturno entra nell’Acquario, allerta nazionale”. Non ha senso. Siamo tutti singoli, magnifici individui e generalizzare è quello che la società contemporanea richiede perché è più veloce, più facile da comprendere, più banale, più alla portata di tutti.

Non banalizziamo quindi. E non diamo la colpa a Saturno 🙂

Il sole e la nuvola

A casa abbiamo un libro bellissimo, un omaggio a Gianni Rodari per il centenario della sua nascita, avvenuto nel 2020. A Vera piace tantissimo e ogni singola storia è una perla. 

Sarà la stagione, sarà che oggi mi è tornata in mente, ho deciso di condividere, con chi ancora non la conoscesse o con chi non la ricordava, la storia de Il Sole e la Nuvola. I commenti sono inutili, le parole di Rodari dicono già tutto. Buona lettura!

Illustrazione di Marco Paschetta per “Il Sole e la Nuvola”, tratto dal libro Cento Gianni Rodari. Cento Storie e filastrocche. Cento illustratori.

Il sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava: “Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono”.

Nelle vigne ogni acino d’uva che maturava sui tralci rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c’era filo d’erba, o ragno, o fiore, o goccia d’acqua, che non si prendesse la sua parte.

“Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare”.

Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.

Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e, guarda un po’, non gliene mancava nemmeno uno. La nuvola per la sorpresa, si sciolse in grandine.

Il sole si tuffò allora allegramente nel mare.