Il gatto che si tira la coda

 Cat pulling its tail

Il gatto che si tira la coda è una posizione dello yin yoga che, essendo veramente piacevole e secondo me molto benefica, ho deciso di proporre anche nella pratica yang, in modo che tutti possano sentirne l’effetto. 

É una posizione che si può adattare facilmente e può risultare anche dolce, soprattutto se si rimane su col busto appoggiandosi col gomito a terra. Nella versione sdraiata la posizione diventa una torsione con estensione della colonna e può risultare più ostica poiché molti non riescono ad allargare le gambe.

A livello fisico, comprime in modo dolce la parte bassa della schiena distendendo la zona lombo sacrale e, se si sente la torsione, allora anche la cassa toracica è stimolata. Apre inoltre i quadricipiti e i flessori delle anche.

Cat pulling its tail, versione più semplice

A livello più yin, stimola i meridiani di Stomaco e Milza e di Vescica e Reni per la parte della colonna arcuata e in torsione.

A me piace molto proporla perché permette di respirare in maniera molto rilassata e devo dire che ho potuto riscontrare lo stesso piacere nei miei allievi, che ogni volta che arrivano a questo punto della sequenza sono già contenti. 

Quando la si pratica nello yin yoga, la faccio tenere anche 5, 6 minuti senza problemi.

Provare per credere!

L’elemento Terra, la stagione di mezzo

 

Nella medicina tradizionale cinese ci sono cinque elementi, ognuno di essi associati a una stagione, che rappresentano diversi organi e visceri. L’elemento Terra rappresenta il passaggio tra una stagione e la successiva, (in particolare nel cambio di stagione fra l’estate e l’autunno), momento caratterizzato da un profondo mutamento e da un deciso cambiamento di polarità.

L’ideogramma che rappresenta la Terra, Tu, è formato da una doppia linea, simbolo dello strato di humus entro cui avvengono tutte le trasformazioni e da un tratto verticale, simbolo del germoglio che spunta dalla terra. Il destino della Terra è quello di essere seminata e raccolta e ricorda facilmente una madre generosa che genera e nutre i suoi figli.

Proprio come in natura la priorità della Terra è ricevere e dare, anche nell’uomo questo elemento mantiene lo stesso compito: ricevere il cibo e le bevande per produrre ogni tipo di sostanza vitale utile al nutrimento e al mantenimento del corpo. Esso è quindi associato all’organo Milza e al viscere Stomaco, che non a caso sono posti, uno accanto all’altro, al centro dell’organismo, a ribadire questo ruolo di centralità che la Terra assume anche dentro di noi.

L’organo Milza, 脾 pi in cinese, è rappresentato nella sua parte a destra da una comune tazza con manico, un oggetto dunque di uso quotidiano e ordinario. La parte sinistra invece identifica la carne, la polpa muscolare. Nel suo insieme l’ideogramma esprime il benefico lavoro di sostegno che questo organo compie, in modo ordinario e quotidiano, a favore di tutto l’organismo.

Non a caso a livello più energetico a questo elemento è associata, come emozione, il pensiero preoccupato e ricorrente, proprio come quello che una madre può provare per il figlio. In particolare è proprio il sistema Milza che dà forma a tutto ciò che è nella mente: il proposito, il pensiero, la riflessione, il concentrarsi, il meditare e la capacità di memorizzazione.

Il suo sapore è quello dolce dei cereali, il suo colore il giallo delle messi giunte a maturazione e pronte al raccolto. Non è un caso che proprio il cereale sia alla base dell’alimentazione cinese, il piatto che mai deve mancare. Ancora una volta a ribadire la centralità di questo elemento.

Con lo yin yoga possiamo praticare delle posizioni che stimolino i meridiani di Milza e Stomaco, partendo dalla bocca giungendo fino ai piedi. È un ottimo lavoro da svolgere sia in questo periodo dell’anno, dove l’elemento Terra è particolarmente chiamato in causa, ma anche in qualsiasi momento in cui si senta bisogno di sostenere la digestione, intesa sia a livello fisico che più sottile, o di sostenere il pensiero, rendendolo più chiaro e armonico.

Yin Yoga, il lato “freddo” dello Yoga

Lo Yin Yoga è uno stile basato sul concetto taoista dello yin e yang.
È ancora poco conosciuto in Italia, sebbene piano piano stia prendendo piede. Paul Grilley può essere considerato, se non forse il creatore, per lo meno colui che ha organizzato questo sistema in uno stile a sé stante e che l’ha fatto conoscere al mondo.

yin-ideogramaYin può essere tradotto come il lato in ombra  della collina, mentre lo Yang ne è il lato soleggiato. Lo Yin rappresenta la natura femminile, la Luna, il buio, il freddo, la passività, la terra, l’acqua, l’ovest. Lo Yang rappresenta invece la natura maschile, il Sole, la luce, il caldo, l’attività, la forza, il cielo, il fuoco, l’est.

Basandosi su questi due principi, lo yin yoga vuole contrapporsi – e di conseguenza bilanciare) alla pratica dell’hatha o del vinyasa yoga, che stimolano maggiormente i muscoli, di natura mobili e flessibili, quindi corrispondenti all’energia yang.
Questa pratica vuole quindi rilassare i muscoli e stimolare invece il tessuto connettivo, relativamente rigido e quindi di natura yin.

Cyin-yang0on tessuto connettivo si indicano vari tipi di tessuto che hanno in comune la funzione di provvedere al collegamento, al sostegno e nutrimento di altri tessuti dei vari organi.
Secondo la teoria dei meridiani della medicina cinese, il tessuto connettivo ospita i punti d’incrocio dei canali (meridiani secondo la tradizione cinese o nadi secondo quella indiana), attraverso i quali scorre l’energia vitale, detta anche Prana o Qi. Tale flusso energetico rallenta e ristagna, soprattutto attorno alle articolazioni (bacino e parte bassa della schiena, seguito delle ginocchia e le spalle), in mancanza di una corretta attività fisica.

La pratica yin, lenta e consapevole, in cui ogni posizione è mantenuta passivamente molto a lungo, (fino ad oltre venti minuti), applica una tensione ottimale sul tessuto connettivo ed è quindi molto utile per aprire e stimolare il tessuto che si fortifica e si apre dolcemente, creando più spazio tra le articolazioni, migliorandone il movimento e rendendole più salde, stabili e forti. In questa maniera si agisce, invece che sul singolo muscolo, sulle catene muscolari. Questa metodologia di allungamento permette, tra l’altro, di eliminare i “compensi” che il corpo crea nel momento in cui viene stirato. Riusciamo così a  migliorare in maniera reale la flessibilità e incrementare di conseguenza il flusso energetico.

A livello più sottile, sebbene le posizioni siano tenute in maniera passiva, vi è una fatica reale nel mantenerle poiché, per essere efficace, si dovranno eliminare tutti i compensi che il corpo crea per non sentire dolore. È quindi  importante respirare profondamente, per fare sì che il diaframma si muova in maniera fisiologica.
Non è un caso che questa pratica sia molto vicina alla meditazione più pura, molto più delle versioni dinamiche di yoga. La mente non è sempre portata verso un nuovo asana, verso un nuovo movimento e deve così imparare a restare calma e in osservazione senza perdersi in pensieri, per riuscire a rimanere nel qui ed ora. Respiro dopo respiro, riusciamo così a rilassare il corpo e le sue tensioni. Tensioni che mai risiedono solamente nel corpo.