Il potere dello shavasana

Lo dico sempre, shavasana è una delle posizioni più difficili da mantenere.
Letteralmente, shavasana significa la “posizione del cadavere” e infatti in questa posizione il corpo e la mente sono fermi. Ma in questa società che ci vuole sempre di fretta, sempre pronti, non è facile staccare. Spesso chi comincia la pratica dello yoga trova molto difficile rilassarsi completamente, restando presente, senza seguire il flusso dei pensieri. Molto spesso ho visto persone andare via nel momento che si cominciava il rilassamento, “perché tanto la lezione è finita”. Ho visto anche insegnanti far fare uno shavasana di pochissimi minuti, cosa che non condivido per nulla.
Anche io ho impiegato tanto tempo ad apprezzare questa asana, quindi capisco bene chi la rifugge.
Invece shavasana è ricca di benefici: rilassando la mente e alleviando lo stress, aiuta chi soffre di insonnia e migliora la qualità del sonno, permette a lievi forme di depressione di scomparire e aiuta a ridurre l’ansia. Inoltre riduce la stanchezza, mitiga alcune tensioni muscolari, migliora la concentrazione e la memoria. Infine, permette che gli effetti benefici della pratica si cristallizzino ed arrivino in profondità. Insomma, una volta di più confermiamo che è nel silenzio, nel vuoto che permettiamo ai semi di germogliare.
Vera, la mia figlia “grande”, è oramai abituata a quello che lei chiama rilassamento e io ne sono felicissima. Quando mi chiede di metterle coperta e cuscinetto per gli occhi, vedendola allungarsi, chiudere gli occhi e restare anche qualche minuto nella posizione, non posso che sorridere ed essere grata.
Quanto è importante imparare l’arte di sapersi rilassare!