Jala Nētih, l’irrigazione nasale

Eccoci arrivati ad un secondo topic molto importante e ujala netitile: la pulizia delle fosse nasali.

Questa tecnica è in verità conosciuta in Occidente e si usa prevalentemente nei bambini per evitare la somministrazione di farmaci. Certo, i bambini vanno protetti… e noi adulti?!

Per mia personale esperienza, da quando ho iniziato ad usare il jala neti per anni e anni non ho più accusato i raffreddori che prima mi si presentavano frequentemente persino in estate. Poi c’è stato un peggioramento dovuto a questioni ambientali particolarmente ostili e ho dovuto ricorrere al atha nētih, del quale però parlerò settimana prossima e che potrebbe apparire molto più spaventoso all’inizio.

Ma iniziamo dal principio: per pulire le fosse nasali servono acqua tiepida, sale (io uso quello rosa himalayano) e una lota nētih, un recipiente simile a una teiera. Io aggiungo sempre anche una goccia di tea tree oil per avere un maggiore effetto antibatterico, ma non è essenziale, mentre il sale è veramente importante. Mi raccomando: è importante che l’acqua sia tiepida e non troppo fredda o troppo calda, in modo che non disturbi la mucosa interna e passi meglio!

jala neti anatomy

Perché praticare jala nētih? L’ostruzione delle vie nasali impedisce al respiro di fluire liberamente nel nostro corpo, togliendoci la capacità di presiedere alle funzioni vitali dell’organismo e ai processi di percezione sensoriale e psichica. In questo modo un banale disturbo della respirazione finisce per pregiudicare la salute e il benessere generale di tutto il corpo. Una pratica costante dello Jala nētih, attraverso la pulizia delle fosse nasali, permette di prevenire i disturbi da raffreddamento, le sinusiti, allevia le allergie, migliora l’olfatto, rende più libera la respirazione. Inoltre il flusso dell’acqua decongestiona gli occhi e le orecchie, stimolando i relativi nervi cranici e rendendo la mente più chiara.

L’esecuzione è molto facile: si riempie la lota con acqua tiepida e salata (all’incirca un cucchiaino di sale per una lota piena), si introduce quindi il beccuccio in una narice piegando la testa lateralmente. A questo punto l’acqua scorrerà all’interno della narice e fuoriuscirà dall’altra. All’inizio il procedimento potrebbe apparire ostico, in realtà basta respirare con calma e non forzare nulla e tutto avverrà in maniera armoniosa. Dopo aver fatto un lato e prima di eseguire l’operazione dall’altra parte, occorre soffiare fuori delicatamente tutta l’acqua tappando l’altra narice ed espirando con forza. Questa operazione porterà via con sé i residui (muco, batteri, polveri, inquinanti) che in mancanza di questa pulizia rimarrebbero all’interno del nostro organismo. Dopodiché si ripete con l’altra narice.

Alcuni studenti mi chiedono quando eseguire questa pratica: mattina o sera? Io la praticavo principalmente la mattina, ma anche la sera ha il suo perché. Per la periodicità, io personalmente la eseguivo tutti i giorni, ma dipende da come ci si sente e non mi sembra il caso di essere tassativi con questa pratica.

Sembra facile… lo è ancora di più farlo!