Chi mi conosce sa che a lezione ripeto molto spesso di rilassare l’interno della bocca, poiché rilassando questa riusciamo a rilassare meglio anche il perineo. Oggi vi lascio con un articolo della fisioterapista e osteopata Alessia Sapei, che spiega dettagliatamente la connessione tra mandibola e pavimento pelvico. Se foste curiosi di leggere altri sui articoli, sotto trovate i riferimenti al suo sito web. Buona lettura!

Bocca e perineo condividono la stessa origine embrionale poiché entrambi derivano dallo stesso foglietto cellulare il quale poi, durante lo sviluppo, origina entità distinte ma profondamente ed intimamente connesse nell’individuo adulto.
Anche i movimenti della mandibola e del coccige pertanto risultano in connessione attraverso la catena retta anteriore (CRA) costituita da muscoli e ossa che lavorano in sinergia e sono coinvolti in diversi schemi motori come ad esempio i movimenti di flessione ed estensione.
L’osso ioide (che si trova alla radice della lingua), la mascella inferiore, lo sterno, il pube e il sacro insieme ai muscoli retti dell’addome ed ai muscoli perineali costituiscono la CRA; anche il piano profondo del perineo, chiamato diaframma pelvico, si trova in relazione con il diaframma respiratorio attraverso il peritoneo, quindi i due diaframmi possono contrarsi e rilassarsi influenzandosi l’un l’altro.
Sia la CRA che i diaframmi pelvico e diaframmatico sono collegati al sistema neurovegetativo che agisce a livello involontario e viscerale. Infatti, molti movimenti di queste parti del corpo non sono coscienti, ma strettamente legati alle nostre emozioni: la paura e lo stress ad esempio possono serrare la mandibola e, conseguentemente anche se inconsciamente, generare anche la contrazione dei muscoli del perineo. Al contrario se ridiamo, cantiamo o vocalizziamo, rilassando la mandibola, i nostri muscoli pelvici si rilassano. Mandibola e coccige si muovono sempre in sintonia nella stessa direzione: se muoviamo la mandibola in avanti, il coccige si muove in avanti, viceversa, se porto la mandibola indietro, il coccige andrà indietro. 
La postura della mandibola e del coccige influenza in maniera determinante quella del bacino e quindi di conseguenza quella della spina dorsale ed è per questo che alcune disfunzioni masticatorie trascurate possono, a lungo andare, compromettere il benessere del pavimento pelvico e del bacino.
L’ipertono muscolo-perineale è una condizione patologica in cui la muscolatura del pavimento pelvico è costantemente contratta fino a sviluppare contratture muscolari o retrazioni muscolari. In questi casi ad esempio, si osserverà una tendenza a serrare la mandibola, a digrignare i denti, a contrarre la muscolatura facciale e ad irrigidire la lingua all’interno del palato accompagnata da una postura rigida con iper-estensione del capo e contrattura a livello scapolare.
Ora è facile comprendere quindi come, un blocco anche solo in uno di questi distretti, si riverberi sull’intera catena generando disturbi localizzati lontano dalla zona di origine; ciò che non è facile comprendere invece, è dove il blocco abbia inizio e quali concause lo abbiano scatenato, proprio perché spesso, nonostante una buona consapevolezza corporea, i meccanismi agiscono a livello inconscio.
L’osservazione attenta da parte dell’osteopata deve avvenire al primo approccio con la paziente: la postura, il viso e l’espressione, permettono di individuare possibili disagi pelvici ancor prima di procedere con la valutazione ed il trattamento della zona pelvica. Il trattamento osteopatico sarà mirato all’individuazione delle problematiche coinvolte e potrà essere multidisciplinare coinvolgendo anche altri professionisti in modo da affrontare il disturbo in maniera integrata. Potranno essere consigliate alcune discipline corporee e di respirazione che indirettamente portano benefici al pavimento pelvico agendo sui distretti collegati al perineo.
Il corpo reagisce sempre in modo globale ed olistico ed per questo che senza comprendere il “tutto” non è possibile curare una singola “parte”.
Alessia Sapei, osteopata e fisioterapista

La ghiandola del timo si trova dietro allo sterno e davanti al cuore e gli ormoni che produce agiscono in particolare sullo sviluppo dello scheletro e della muscolatura, sul cuore e sui vasi sanguigni, sull’apparato genitale e su altre ghiandole endocrine, tra cui la tiroide. Inoltre il timo interviene anche nella produzione di alcune cellule linfatiche del sangue. Questa piccola ghiandola svolge un ruolo molto importante nell’accrescimento corporeo nei primi anni di vita e influenza lo sviluppo sessuale.
Sama in sanscrito significa “uguale, identico” e vritti “movimento” o “fluttuazioni mentali”, perciò letteralmente Sama vritti pranayama viene tradotto come “il respiro che stabilizza le fluttuazioni della mente” o “il respiro in cui tutti i movimenti sono uniformi”. In gergo questa respirazione viene chiamata respirazione quadrata, proprio perché la durata di tutte e quattro le fase è uguale.
Come eseguirla? Di per sè è molto facile: si parte con un conteggio adeguato alla nostra capacità e si mantiene lo stesso per tutta la fase del respiro. Ad esempio si può cominciare contando fino a 6 durante l’esecuzione di ogni fase. Una volta che si riuscirà a mantenere senza sforzo questo tipo di respiro, gradualmente si allunga la durata delle fasi, incrementando il tempo da 6 a 8, poi 10 e così via. Il mio suggerimento è di mantenere questo pranayama per almeno cinque minuti, (ancora meglio 10), in modo da sentirne l’effetto. Usare un metronomo è sicuramente un grande vantaggio. Oramai si trovano tante app anche sugli smartphone e più o meno si equivalgono. Io oramai ho una mia tecnica: abbasso i battiti per minuto lentamente, mantenendo lo stesso conteggio. Ad esempio, si può partire con un conteggio di 7, come i chakra, mettendo sul settimo battito un suono diverso che ci ricorda che dobbiamo passare alla prossima fase. Quando ci sentiamo bene con una velocità di battito, ad esempio 55 bpm, si inizia a scendere gradualmente passando a 53, 51 e così via. Lo trovo un modo molto dolce e rilassante per andare maggiormente in profondità nel pranayama senza dover interrompere la pratica o dover stare troppo dietro al conteggio. 


ltimo dei sei shatkarma descritti nell’Hatha Yoga Pradipika. “Kapala” significa teschio , mentre “Bhati” significa splendere, pulito. Per questo, spesso Kapalabhati viene tradotto come “cranio splendente”.
starnuto o, come dice l’Hatha Yoga Pradipika, al suono del mantice di un fabbro). A questa forte contrazione segue una inspirazione passiva e lenta, che permette ai muscoli addominali di rilassarsi. L’intero processo deve avvenire rapidamente grazie all’attività dei muscoli addominali, mentre i movimenti del busto sono minimi. Si continua così per vari cicli, che variano a seconda dell’esperienza del praticante. Spesso questa tecnica viene eseguita molto velocemente, ma io (e soprattutto chi ne sa più di me) lo sconsiglio. Meglio mantenere un ritmo regolare, non lento ma assolutamente non frenetico, soprattutto quando siamo agli inizi. Più ci abituiamo a mantenere una postura corretta, con il busto perfettamente eretto, più possiamo aumentare la velocità, ma senza mai esagerare.